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Giusi loisi - L'arte delle Annodanze

Giusi Loisi

ANNODANZE

Esposizione d’arte

fino al 30 Settembre 2021

Presentazione di Manuela Gandini

L’Annodanza è un incontro tra geometrico e organico, tra lo spazio del progetto e una dimensione emotiva. La dualità si fonde nell’area monocroma della tela. E’ uno scarabocchio, un segno esistenziale sulla pagina vuota di una giornata qualsiasi. Giusi Loisi appartiene alla generazione dell’arte post-femminista, non usa pennelli ma corde, cordoni, fili, lane per creare stati dell’anima: le Annodanze. Il termine è un mix fra la drammaticità del nodo e la leggerezza delle danze. I nodi, il più delle volte non sono scomposti, ma ordinati come fiocchi di neve, sferici come ricci di mare o minacciosi come virus. Hanno fattezze organiche e sono tridimensionali.  Come un groviglio emozionale che riaffiora quadro dopo quadro, le Annodanze sono pensieri sottaciuti, materiali del subconscio, che prendono forma e si impongono al mondo con impeccabile pulizia formale.

La corda lega, ricuce gli strappi, designa un oggetto inconscio e diventa traccia. Quante volte le donne hanno usato nell’arte il materiale che, per educazione, le voleva docili esecutrici di ricami di disegni prestampati su piccoli canovacci? Ebbene le artiste hanno usato lo stesso materiale per rompere le forme, il bel cucito, il destino già tracciato. Loisi buca la tela con il punteruolo, come faceva Lucio Fontana per i suoi “Concetti spaziali”, poi chiude le ferite velocemente e istintivamente rimedia, ricompone l’infranto e crea “Nodi spaziali”.

L’Annondanza è l’atto di un’atmosfera, in versione occidentale femminile, ricorda lo Shodō: l’arte della calligrafia giapponese, praticata però con lo spago anziché con il pennello. Il segreto dello Shodo è l’unione tra mente e anima.

Le Annodanze hanno colori diversi e ricalcano elementi vegetali o animali in un alfabeto del tutto personale.. Pur compiendo un percorso del tutto personale, Loisi mostra una condizione umana ingarbugliata di alienazione e restrizione che coinvolge il genere femminile ma anche maschile. Il filo è per lei una strada da fare a ritroso.

Le Annodanze ricordano Penelope che tesse di giorno e disfa la tela di notte e Penelope è metafora del dipanarsi irrazionale della vita stessa. La condizione mentale dello Shodō viene definita mushin (無心), che significa “senza pensieri/a cuor leggero”. Le Annodanze sono una porta di libertà su un destino ambiguo e incerto. Legano il mondo terreno a quello spirituale e si rivelano come entità (o come incognite) mai uguali a loro stesse.

Le opere sono in vendita. Per informazioni rivolgersi alla reception o contattare l’artista i recapiti  3476584217   -  info@giusiloisi.it